CUORE DI GESU' (devozione al)
dal: Dizionario Enciclopedico di Spiritualità a cura di Ermanno Ancilli e del Pontificio Istituto di Spiritualità del Teresianum, Città Nuova Editrice
2. LE FORME STORICHE PIU’ TIPICHE.
c) Santa Margherita Maria Alacoque (1648-1690). Gli anni che precedettero l'enciclica Haurietis aquas, mentre avevano portato a una riscoperta del pensiero eudista, avevano invece registrato uno strano declino della corrente spirituale «parediana», ritenuta responsabile di alcune forme deteriori di pietà, che si erano diffuse un po’ dovunque negli ultimi due secoli (esteriorismo, sentimentalismo, dolorismo, ecc.). Che fenomeni patologici si siano avuti anche in alcune pratiche che si ispirano alla devozione del Sacro Cuore è fuor di dubbio; che santa Margherita Maria Alacoque abbia adottato espressioni o assunto atteggiamenti meno graditi ai nostri contemporanei è ugualmente possibile. Ma chi sa distinguere tra accessorio ed essenziale, non può esitare di riconoscere in questa umile visitandina un’anima di eccezione, un'esperienza religiosa privilegiata. Nel riferire le numerose apparizioni di cui è stata favorita, la santa attira la nostra attenzione sul cuore veramente umano di Gesti; ma e ancor più preoccupata di farci comprendere e il mistero del suo amore divino, misericordioso e fedele, oltraggiato e misconosciuto dagli uomini. I suoi scritti sembra vogliano attirare la nostra attenzione, più che sulla realtà fisica del cuore di Cristo, sul suo valore simbolico, cioè sulla persona che ama e sulla grandezza del suo amore. L'aspetto personale è quindi molto accentuato in santa Margherita Maria Alacoque.
E’ per questo, del resto, che la sua vita spirituale diventa un tutt'uno con la sua devozione al cuore di Gesú. Il suo incontro personale con l'amore di Dio, che si esprime in pienezza nel cuore di Cristo, la impegna a rispondere personalmente, in pienezza d'amore: è la consacrazione. L'esperienza di un amore misconosciuto e oltraggiato stende su di lui un velo di tristezza che l'associa al mistero della passione redentrice. La « riparazione » richiama la passione, ma non va confusa con un amore morboso per la sofferenza. Riparare è opporsi al peccato e mettersi al servizio dell'amore redentore di Cristo. La stessa riparazione consolatrice consiste soprattutto nella volontà di onorare e di imitare i misteri della vita nascosta e della passione redentrice di Cristo (G. de Becker). Le pratiche di pietà, consigliate a questo scopo, hanno un valore relativo, e possono mutare con l'evolversi della sensibilità. Ciò che resta è il messaggio da esse inteso: ricordarci di continuo che il mistero di Cristo ci riguarda tutti personalmente, e che solo partecipando alla sua passione saremo ammessi a partecipare alla sua gloria.