CUORE DI GESU' (devozione al)

dal: Dizionario Enciclopedico di Spiritualità a cura di Ermanno Ancilli e del Pontificio Istituto di Spiritualità del Teresianum, Città Nuova Editrice


Introduzione

 

CUORE DI GESU’ 

    In seno alla Chiesa cattolica, a partire dal sec. XII, si è sviluppata una speciale forma di spiritualità che si ispira  al cuore di Gesù. Ha assunto toni e sfumature diverse, almeno negli esponenti più significativi, ma in tutti è un elemento comune: una particolare attenzione al "cuore" del Salvatore Gesù, visto come simbolo di tutto il suo amore per il Padre e per noi.

Gli studi più recenti hanno messo un po' in ombra il «cuore» visto nella sua materialità, come anche i cosiddetti «fondamenti biologici» del suo simbolismo. Difatti nella Bibbia e anche negli scritti dei Padri il simbolismo del cuore è presente come un dato dell'antropologia culturale; ha, quindi, un significato suo proprio, originale e irrinunciabile, indipendentemente dai dati che possono emergere dalla biologia o dalla fisiologia delle emozioni. Non meno importante la rilevanza che, proprio in prospettiva simbolica o misterica, il quarto Vangelo attribuisce all'evento storico salvifico della trafittura di Cristo in croce: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto » (Gv 19, 37).

Certo resta sempre valida la ragione teologica di un culto di ADORAZIONE, reso all'intera umanità del Verbo incarnato, sia nel suo insieme come in tutte le sue singole parti, essendo essa «unita ipostaticamente con la persona del Verbo». Ma teologicamente che il termine proprio di questo culto è sia il cuore di Gesú visto come simbolo del suo amore, sia, e forse anche meglio, Gesù stesso considerato nel suo amore, e che si rivela a noi nel simbolo del suo cuore.

Queste due posizioni sono ugualmente presenti nei documenti del magistero (cf. AA.VV., Il cuore di Gesú e la teologia cattolica, Bologna 1965, 415-504). Ma quando si parla di «devozione» o di «spiritualità» (e non di un semplice atto di culto occasionale, anche se sincero), prevale naturalmente la seconda interpretazione. La spiritualità del cuore di Gesú, infatti, è un modo di sentire e di vivere tutto il mistero di Cristo come mistero di amore. Si dice «cuore», ma si intendono gli atteggiamenti interiori costanti, che delineano il volto di  Dio nel volto di Cristo, per giungere, attraverso la duplice via della grazia sacramentale e dell'imitazione, a modellare anche il cuore dei devoti sul cuore di Cristo, perché è dal Salvatore dal cuore  trafitto in croce, e per il dono del suo Spirito, che nasce anche uomo dal cuore nuovo.

Verso questa concezione più biblica e personalistica della spiritualità del cuore di Gesú sospinge anche il rinnovamento teologico, auspicato con vigore già da Pio XII con l'enciclica Haurietis aquas (AAS, 48 - 1956, 309-353). Se vogliamo penetrare “l'intima natura del culto al cuore di Gesú” e “alimentare il nostro religioso fervore” meditando questo mistero - scrive Pio XII - dobbiamo partire dai testi «della Scrittura, della tradizione e della liturgia». Queste direttive, in pochi anni hanno letteralmente rinnovato le forme, e più ancora il contenuto della devozione.

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