SUPERIORA GENERALE DELLE SUORE ORSOLINE SCGA

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RELAZIONE DEL VIAGGIO IN TANZANIA

della NOSTRA MADRE Franciszka Sagun tra le Suore del Centro Tanzaniano

nei giorni tra il 7 e il 30 Settembre 2017

 

 

Il viaggio in Tanzania di quest’anno, in programma da lungo tempo, era collegato anche alla visita generale, che a nome mio ha fatto, negli ultimi mesi, la superiora sr Incoronata Lemmo. Ho desiderato, tuttavia, visitare personalmente tutte le comunità del Centro e incontrare le suore, per meglio conoscere la loro vita, il loro lavoro, le loro opere.  

 

Prima di partire per la Tanzania sono stata per qualche giorno tra le suore in Italia. In Casa Generalizia, insieme con le suore del Centro Italiano, ho fatto 5 giorni degli esercizi spirituali, guidati da don Roberto Amici, superiore generale dei Figli di Santa Maria Immacolata. E’ stato un tempo bello e fruttuoso per tutte, vissuto in un grande raccoglimento e silenzio. Il caldo e le alte temperature si sono fatti molto sentire, però con coraggio abbiamo sopportato tutte le scomodità legate a questo fenomeno.

 

Prima di iniziare gli esercizi c’è stata, nella Casa Generalizia del Casaletto, la cerimonia dell’obbedienza della nuova superiora del Centro Italiano, sr Danuta Benisz. Ho colto occasione per ringraziare, a nome della Congregazione, sr Giulia Esposito, la superiora uscente del centro italiano, per il suo servizio lungo e pieno di dedizione alle comunità e alle suore.  

 

Giovedì 1° settembre, ho avuto occasione, insieme con le suore della Casa Sant’Orsola, di partecipare alla Santa Messa presso l’altare delle reliquie di San Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana. Durante la Messa ho pregato secondo le intenzioni delle nostre comunità sparse in tutto il mondo;  in modo particolare ho affidato il viaggio che mi aspettava nelle comunità della Tanzania.

Ho iniziato il viaggio in Tanzania, intorno alla mezzanotte del 6 settembre a.c., partendo con l’Ethiopian Airlines dall’aeroporto Fiumicino di Roma e con scalo ad Addis Abeba. Il giorno seguente, all’aeroporto di Kilimangiaro, in Tanzania, mi aspettavano la superiora sr Incoronata e don Gabriele (tanzaniano), da tanti anni professore nel seminario e amico della Congregazione. Attualmente don Gabriele è parroco di una parrocchia che ha 18 località da servire. Intorno alle 16.00 siamo arrivate a Mweka, sede della nostra prima comunità da visitare in Tanzania, situata ai piedi della più alta montagna d’Africa, il Kilimangiaro (5895 m s.l.m.). Ci hanno dato il primo saluto le nostre suore e i bambini della scuola vicina. Non poteva mancare il tradizionale saluto: Karibu. Un simile copione di saluto si è ripetuto in tutte le 14 comunità che ho potuto visitare. Spesso c’erano fiori, canti, danze e anche pane e sale, come è successo qualche giorno dopo il mio arrivo nella “casa madre” del Centro, a Mkiwa. Lì in più ho ricevuto le chiavi di casa, per ricordarmi che anche qui è la mia casa.  

Nel giorno seguente, insieme con sr Incoronata e con sr Conjesta, quest’ultima superiora locale e direttrice della scuola elementare, abbiamo visitato la scuola superiore, situata a qualche chilometro dalla nostra casa; in essa, prossimamente, lavoreranno anche le nostre suore. Accanto ad essa, abbiamo preso visione della costruzione di un centro di formazione per i giovani della Tanzania, intitolato al Cuore di Gesù, dove si organizzeranno i corsi e gli incontri di preghiera. Siamo state invitate, come Congregazione, a collaborare a questo progetto, ovviamente dopo un più profondo discernimento e l’adeguata preparazione di alcune suore.

Lo stesso giorno abbiamo visitato la scuola elementare e il collegio per circa 400 bambini, di cui si prendono cura le nostre suore. I bambini dormono in letti di ferro a castello posti in grandi dormitori. Ogni bambino tiene le proprie cose in una valigia di ferro, chiusa con lucchetto. I dormitori sono in un perfetto ordine, in essi bambini passano solo la notte! In ogni dormitorio ci sono le nostre suore, o i laici, che vegliano sul sonno dei bambini e sulla loro sicurezza.

La sera, dopo la cena, ho avuto un incontro con la comunità di 16 suore, sulla grazia della vocazione e sulla nostra personale responsabilità per questo dono. Ho ringraziato per la testimonianza di vita e per il lavoro delle suore incoraggiandole alla fedeltà e alla cura per lo sviluppo della vocazione.

Incontri simili ho avuto in ognuna delle comunità da me visitate, cercando di adattare la riflessione o alle caratteristiche di ogni gruppo e al tipo di lavoro intrapreso, o alle difficoltà che le suore affrontavano. A Mkiwa, dove la comunità conta 33 professe (di cui 11 juniores), 17 novizie (del I° e II° anno), senza contare le postulanti e le candidate (insieme 15), ho avuto incontri separati: per le suore professe, per le juniores, per le novizie del II° anno e del I° anno. E’ stata una buona occasione per scambiare i pensieri, per fare domande, per approfondire i temi trattati. Ho potuto apprezzare con quanto interesse le suore acquisissero i contenuti proposti che spesso erano solo il ricordo degli impegni prima intrapresi e un richiamo ad un grande zelo nella vita quotidiana.

Il 9 settembre ho visitato la comunità di 11 suore a Rombo-Leto, località posta sull’altro pendio di Kilimangiaro e vicina alla frontiera con il Kenya. Le suore lavorano in un centro per i bambini piccoli, per lo più orfani dei genitori morti di AIDS, oppure per i bambini abbandonati. Il lavoro non è facile, perché esige la presenza delle suore 24 ore su 24. Ci vuole un grande sacrificio e un altrettanto grande amore. Per fortuna le condizioni di vita delle suore sono migliorate – ogni suora ha un proprio angolo nel dormitorio delle suore e non più, com’era prima, nel dormitorio dei bambini.

La domenica del 10 settembre, dopo un viaggio in machina durato tutto il giorno, siamo arrivate, insieme con sr Incoronata e altre tre suore, a Mkiwa. E’ stata una grande gioia l’incontro con sr Rita Fiorilli, fondatrice della missione in Tanzania, e con sr Maria Tersa Tesha, attuale superiora della comunità di Mkiwa e assistente generale della Congregazione. Tutta la comunità di suore e il gruppo di ragazze che abitano nel nostro pensionato, costruito dalle nostre suore qualche anno fa, ci sono venuti incontro. Le ragazze frequentano la vicina scuola superiore, statale, dove insegnano anche due nostre suore.

L’11 settembre, , la Santa Messa del mattino è stata celebrata da don Gabriele con un neo presbitero, don Mtitu Melkior Gaspar Churi. Il suo cammino verso il sacerdozio lo deve alle nostre suore della Tanzania e ad una signora di Milano che ha finanziato i suoi studi in seminario. Ci sono altri casi simili a questo. Le suore effettivamente hanno aiutato numerosi sacerdoti, non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista umano e spirituale, senza contare l’aiuto costante dato ai laici, ai bambini, ai giovani, alle persone anziane e ammalate, indipendentemente dalla rispettiva confessione religiosa!

Durante il giorno, insieme con sr Rita, ho visitato quasi tutta la nostra proprietà e anche il nuovo edificio del noviziato. Dopo una pausa abbastanza lunga, ho potuto finalmente mettermi in comunicazione, via skype, con sr Alessandra, assistente, e  avere delle informazioni riguardanti la Congregazione. In tal modo abbiamo appreso la notizia della scomparsa del Card. Velasio De Paolis, per tantissimi anni molto legato alla nostra Congregazione.

L’intera giornata del 12 settembre è stata dedicata all’incontro con la superiora sr Incoronata e con il Consiglio del Centro composto da sr Maria Teresa Tesha, sr Conjesta Mbuya e sr Celestina Baraka. Le suore hanno preparato molte domande riguardanti diverse questioni e difficoltà che sono chiamate ad affrontare, alle quali ho cercato di rispondere o alle quali abbiamo cercato insieme dare una risposta. Erano interessanti alcune osservazioni delle suore riguardanti alcuni usi e tradizioni praticati nelle diverse tribù, che possono diventare causa di problemi per le persone che scelgono di venire nella Congregazione.

Sono contenta che grazie alla grande sollecitudine della superiora del centro e del Consiglio, sempre più suore vengono preparate per i diversi servizi all’interno delle comunità, specialmente nell’ambito della formazione e della gestione delle opere. Un gruppo numeroso di suore sta completando la loro educazione superiore; altre la porteranno a termine nei prossimi anni. Purtroppo, solo un piccolo gruppo di suore possiede un titolo scolastico per poter intraprendere gli studi universitari. Però, anche questa situazione man mano sta cambiando. I vescovi della Conferenza Episcopale Tanzaniana sempre più spesso incoraggiano le persone consacrate a inserirsi attivamente nell’opera di evangelizzazione; in risposta a questo appello  tante nostre suore, grazie a corsi catechistici svolti presso università ecclesiastiche o diocesi, sono impegnate  nella catechesi presso le scuole statali. Si pensa di preparare gradualmente altre suore a questo servizio, iniziando dalle postulanti. 

Come dappertutto, i problemi non mancano; ma c’è anche tanto bel lavoro per gli altri e tanta sollecitudine per il mantenimento delle comunità e delle opere. Stupisce il fatto che crescano sempre più le comunità autosufficienti dal punto di vista economico e che, allo stesso tempo, possano materialmente aiutare  quelle comunità che si trovano in difficoltà materiali.

Il 13 settembre – un’altra giornata piena d’incontri, questa volta con le superiore delle 14 comunità e con le suore del Consiglio del Centro. Si è discusso sul servizio della superiora e su altre questioni, specialmente quelle riguardanti il nostro carisma da vivere nella realtà del luogo. Alla fine della giornata abbiamo partecipato alla preghiera comune usando il metodo del dialogo contemplativo, a partire dalla pericope evangelica.

I giorni del 14 e 15 settembre – tempo per la corrispondenza arretrata e per gli incontri con diversi gruppi delle suore di Mkiwa.

Il 16 settembre, sabato pomeriggio, ho incontrato l’intera comunità delle suore di Mkiwa. I singoli gruppi hanno preparato il cosiddetto “karibu”, cioè, il saluto. E’ stata una buona occasione per esprimere alle suore la mia gratitudine per i doni spirituali e per la preghiera nelle mie intenzioni in occasione del mio 50° della vita religiosa e per incoraggiare la risposta più radicale al dono della vocazione. In occasione del Centenario delle Apparizioni di Fatima ho incoraggiato le suore all’approfondimento dei contenuti delle apparizioni della Madonna e ho regalato a tutte la medaglietta miracolosa di Maria Immacolata.

Domenica, 17 settembre – la Messa del mattino con bei canti e l’omelia. Nel pomeriggio con sr Incoronata, superiora, ho visitato un’altra comunità di Issuna, distante 30 km da Mkiwa. Le studentesse della scuola biennale di taglio e cucito, i bambini del gruppo missionario e le suore della comunità ci hanno rivolto il loro saluto. Ovviamente non è mancato il “karibu”, cioè il tradizionale saluto con le danze della regione e i canti. Durante l’incontro con la comunità, oltre alla solita riflessione proposta sulla fedeltà alla vocazione, le suore hanno fatto delle domande. Ognuna ha raccontato la propria vocazione e come ha conosciuto la nostra Congregazione. Hanno parlato del loro attuale lavoro. Quasi tutte le suore sono impegnate nella scuola e in più cuciono i vestiti su ordinazione. Con la superiora della comunità, sr Josephi­n Mboi, abbiamo visitato le stanze delle suore, le aule della scuola e il pensionato per le studentesse. Ho ascoltato, con stupore, come le suore si adoperino per mantenere la comunità dal punto di vista materiale, come intraprendano, tra l’altro, il lavoro nei campi, come usino il tempo libero, oltre che per i doveri di sempre, anche per cucire vestiti per bambini e per adulti, e tessono maglioni.

I giorni tra il 18 e il 20 settembre – incontri con altri gruppi delle suore di Mkiwa e con due gruppi dei bambini della scuola materna, che prima di mezzogiorno e nel pomeriggio, insieme alla direttrice e alle loro maestre mi aspettavano con i loro solenni saluti. Ogni giorno vengono alla nostra scuola materna, in due turni, circa 120 bambini, i quali sin da piccoli imparano a scrivere, a leggere e a contare. Grazie a questo, sono molto ben preparati per la scuola e spesso vanno subito in seconda elementare. I bambini ricevono un pasto caldo al giorno e imparano a coltivare, nell’orto posto vicino alla scuola materna, gli ortaggi poi usati nella preparazione del loro pasto. 

Il 21 settembre – abbiamo visitato altre due comunità, a Diagwa ed a Singida. La comunità di Diagwa (composta da 7 suore)  dista circa 150 km da Mkiwa. E’ difficile raggiungerla perché una parte della strada è piena di buche, posta in zone disabitate, piene di cespugli spinosi e di diverse piante. Le suore gestiscono la scuola materna per i bambini di campagna e organizzano gli incontri per i diversi gruppi di bambini e adolescenti. Vicino casa nostra c’è il seminario minore diocesano per i ragazzi della V° e VI° classe delle scuole medie, attualmente frequentato da circa 100 ragazzi. Le due nostre suore aiutano nel lavoro educativo. La scuola e le suore hanno il problema dell’acqua che scarseggia nella zona; il pozzo, situato lontano da loro, non dà acqua sufficiente per le loro necessità. La gente del luogo deve affrontare problemi simili. Durante il viaggio di ritorno a Mkiwa abbiamo visitato la comunità di 4 suore a Singida, dove le suore fanno il catechismo a scuola e visitano i carcerati. Sono molto apprezzate dal vescovo del luogo.

Il 22 settembre – abbiamo visitato la comunità di 9 suore a Damaida, distante 5 km da Mkiwa. Le suore, da 5 anni, gestiscono la scuola materna e la scuola elementare, per circa 100 bambini, in maggioranza musulmani. Una parte dei bambini della scuola vengono portati con il pullmino da Mkiwa. Le spese legate per la costruzione della scuola, nella prima fase sono state sostenute dalla Provincia di Trento, del Nord d’Italia; attualmente sono finanziate dalla Conferenza Episcopale Italiana. Un altro imponente edificio della scuola è in costruzione, perché mancano ancora sia le aule per tre classi sia alcuni altri necessari locali. Qui, accanto alla nostra casa e alla scuola è stata costruita, qualche anno fa, la cappella dedicata a Sant’Orsola e alla Beata Maria Teresa Ledochowska. Tutto il terreno, di alcuni ettari, è di nostra proprietà. Solo una parte è sfruttata per la coltivazione del mais, dei fagioli e dei girasoli di nuova generazione. Per coltivare tutto il terreno ci occorrerebbero macchinari adatti e numerose mani per lavorare; senza parlare delle spese legate a tutto ciò. La grande difficoltà di questa comunità, come anche di alcune altre, è la mancanza della quotidiana Eucaristia e dei trasporti per raggiungere, in caso di urgenza, le località adiacenti!

             ll 23 settembre –abbiamo trascorso tutto il giorno insieme con sr Incoronata a  Itigi, visitando le nostre due comunità. Una è situata sul terreno dell’ospedale di San Gaspare, che appartiene alla Congregazione dei Padri del Preziosismo Sangue. In questo ospedale sr Incoronata ha lavorato, come pediatra, per oltre 25 anni. L’altra comunità si trova nella periferia di Itigi, dove abbiamo il pensionato per circa 45 studentesse della scuola secondaria. Non sono mancati i saluti delle studentesse del nostro pensionato e della comunità delle suore in cui negli ultimi mesi soggiornano le postulanti che frequentano un corso per catechisti. Il lavoro delle suore, specialmente nel pensionato, non è facile. Succede che debbano affrontare difficoltà legate all’adeguato aiuto da dare alle ragazze, che nelle proprie famiglie hanno avuto a che fare con magie e indovini.

Il 24 settembre – a Mkiwa, incontro con il gruppo del I° anno del noviziato e con la loro maestra.

Il 25 settembre – incontro con sig, Shirima, il proprietario del centro per i bambini a Rombo – Leto, che ringraziava per il lavoro delle suore e per la loro sollecitudine per i bambini. Dopo il pranzo siamo andate, con sr Incoronata, a trovare un’altra nostra comunità (di 5 suore), a Sukamahela. Durante l’incontro con la comunità, le suore hanno condiviso la storia della loro vocazione e hanno parlato del lavoro con le persone malate di lebbra, delle quali si prendono cura, dando da mangiare, distribuendo le medicine, andando a trovarle ecc. Mi ha molto impressionato la notizia riguardante l’impegno delle suore di questa comunità nell’evangelizzazione dei vicini villaggi, attraverso la creazione dei cosiddetti gruppi intitolati “Amici di Gesù”. Fino ad oggi le suore hanno visitato 10 località. Alcune di  queste sono situate a due ore di cammino. Il parroco della parrocchia, alla quale appartengono questi villaggi, ogni tanto raggiunge, con le suore, i singoli gruppi, celebra la Santa Messa, confessa. In questo modo viene data una chiara risposta all’appello di Papa Francesco di andare in periferia, a coloro che non verranno da noi.   

Il 26 settembre – nell’ultimo giorno del mio soggiorno a Mkiwa, ho fatto incontro con la superiora suor Incoronata, con sr Rita e con sr Mara Teresa Tesha, per parlare di questioni importanti riguardanti, tra l’altro, la formazione dei gruppi di suore che si trovano a Mkiwa. Ho ringraziato le suore per la cura di tutte le comunità in Tanzania e per tutto il bene che forniscono ai più bisognosi. Abbiamo preso alcune decisioni per il futuro, riguardanti il contatto con i benefattori, destinando a questo lavoro una suora.  Alla fine dell’incontro abbiamo pregato per la luce e per i doni dello Spirito Santo per ognuna di noi.  

Il 27 e 28 settembre – dopo la Santa Messa e la colazione, ho salutato le suore di Mkiwa e sono partita per raggiungere altre tre nostre comunità. A Dodoma, la comunità di 13 suore, gestisce una casa per i bambini orfani, che sono circa 50, di diversa età.  Una parte di loro è malata di AIDS. Il programma di saluto è stato ben curato: i bambini si sono presentati con pensieri scritti in italiano e in swahili. Hanno danzato e cantato senza fine. Poi mi hanno offerto piccoli doni; da parte nostra, ho dato loro delle caramelle. E ci siamo salutati, perché ci aspettava un viaggio di alcune ore, fino a Morogoro  - Kola, dove siamo arrivate dopo le ore 20.00, con il buio assoluto. Il giorno seguente abbiamo visitato la comunità di 9 suore a Morogoro - scuola  Padre Pio. Tutte le suore sono impegnate nel lavoro con i giovani. Abbiamo visitato il pensionato provvisorio per le ragazze e altri edifici della scuola. Tutto il terreno che appartiene alla scuola è molto grande, contiene gli edifici della scuola, l’orto coltivato dagli studenti, la cucina e la mensa in costruzione per alcune centinaia di studenti. Nella scuola attualmente ci sono 300 studenti. Nel futuro questo numero è destinato a crescere, perché si aggiungeranno delle nuove classi. Il fondatore di questa scuola, don Gervaso Teti, è anche assistente spirituale degli studenti ed esorcista della diocesi di Morogoro, grande amico della Congregazione. E’ in costruzione il pensionato per 150 ragazze, di cui, in futuro, si prenderanno cura le nostre suore.

Il 29 settembre – il giorno prima del mio ritorno in Europa, ho visitato l’ultima comunità in Tanzania, di 8 suore, a Kisawasawa. Poiché la strada per arrivarci attraversa il Parco Naturale Mikumi, non potevamo non approfittarne. Abbiamo visto dalla macchina diversi animali: leonesse nascoste nelle boscaglia della forra, coccodrilli e ippopotami nei piccoli laghi, zebre, cinghiali, elefanti, giraffe, scimmie, numerosi cervi, uccelli colorati. Sulla strada, attraversando il parco, abbiamo incontrato le pericolose mosche tse-tse, che sono anche entrate all’interno della macchina. Sr Incoronata e la guida si sono spaventati tantissimo, conoscendo il rischio che correvamo: se fossimo stati punti saremmo andati verso una malattia mortale. Il parco molto grande, è di circa 1500 ettari; per questo non lo si poteva attraversare tutto in poche ore. In più ci restava un bel pezzo di strada non facile, tra campi e boschi, per raggiugere Kisawawa, un paesino situato nelle montagne. Davanti casa ci aspettava una folla di bambini e i rappresentanti del Consiglio Parrocchiale con il vice parroco. Prima del pranzo, nella cappella di casa, è stata celebrata la Santa Messa; dopo la Messa abbiamo pranzato e ho avuto un incontro con la comunità. In seguito ho visitato il dispensario e l’ospedale in costruzione, che dispone di buoni strumenti medici donati da benefattori italiani. Qui le suore sono impegnate nel lavoro parrocchiale; una suora infermiera lavora nel dispensario, altre fanno il catechismo. Dappertutto i bisogni sono più grandi delle possibilità delle suore.

Il 30 settembre – ultimo giorno in terra tanzaniana. Nelle ore pomeridiane sono partita in aereo da Dar es Salaam per Roma. Sono partita dalla Tanzania con il cuore pieno di gratitudine a Dio e alle nostre suore per tutto quello che ho potuto vedere, vivere, sperimentare. In nessun modo si riesce a esprimere tutta la ricchezza di esperienze che ha accompagnato tutto il mio soggiorno tra le suore del nostro Centro Tanzaniano. Tanto meno è possibile misurare il loro amore nel servizio di Dio e del prossimo.

Ringrazio tutte le suore che mi hanno accompagnato con la preghiera; ringrazio per i tanti segni di vicinanza, per gli auguri e il dono della Santa Messa in occasione del mio onomastico. Tutta questa grande benevolenza e il ricordo nella preghiera si trasformi in bene per la Congregazione; nel cuore di ognuna porti frutto di lode al Signore per le grandi cose che Dio compie in noi e, attraverso la nostra Congregazione, in diversi continenti.